Massimo Moavero, designer e artista, è nato a Palermo il 9 luglio 1960 dove ha frequentato il liceo scientifico G. Galilei e la facoltà di Architettura.

Nell’ottobre del 1982, in occasione della “Prima rassegna della pittura siciliana contemporanea”, ha presentato alcune sue opere, esponendo con Salvatore Fiume, Renato Guttuso e Giacomo Manzù (allora docente all’Accademia delle Belle Arti di Palermo).

Nell’aprile del 1983 ha partecipato alla mostra “Esperienze d’arte figurativa della Sicilia Occidentale” organizzata dall’Ente Provinciale per il Turismo di Siracusa.

Tra la fine del 1983 e il 1984 ha progettato due negozi d’abbigliamento, curandone materialmente la realizzazione della parte decorativa utilizzando pietre, stucchi, pitture acriliche e sperimentando un nuovo modo di utilizzare il vetro, materiale che tutt’oggi ha un ruolo fondamentale nelle sue creazioni di design.

 Agli inizi del 1985 si è trasferito a Milano e ha frequentato un corso di fashion designer presso un rinomato istituto specializzato.

 Dal 1985 al 1987 è entrato a far parte dello staff stilistico di Krizia, in qualità di fashion designer. Chiuso il rapporto con Krizia ha iniziato la sua attività di consulenza nel campo della moda, lavorando con svariati e noti brand tra i quali Missoni, con cui ha instaurato una lunghissima e proficua collaborazione durata circa vent’anni. Nel corso di quegli anni ha continuato a dipingere.

E’ del 2002 la prima personale presso lo Spazio Sirin in via Vela a Milano, dove ha presentato lavori ad olio e una serie di lampade in ferro e seta.

 Nell’aprile del 2010, finiti i lavori di ristrutturazione dei locali del suo studio di Milano,  ha inaugurato «Oggi non ho fretta»: galleria d’arte, sede permanente delle sue opere e spazio polifunzionale destinato a mostre, spettacoli di danza, teatro e soprattutto concerti di musica jazz, altra sua grande passione.

Dal 2010 al 2014 si è occupato dell’organizzazione di mostre, spettacoli e concerti presso il suo spazio «Oggi non ho fretta», ospitando artisti emergenti e grandi personaggi come: Franco Cerri, Renato Sellani, Tullio De Piscopo, Roberto Vecchioni, Paolino Dalla Porta, Enrico Intra, Paolo Tomelleri, Diego Spitaleri, Gianni Gebbia e tanti altri.

 Nel novembre 2010, è stato invitato a esporre per la XX Feria De Los Artistas, presso il Jardin Tropical de la Estacion de Puerta de Atocha a Madrid, dove ha presentato diciotto lavori ad olio di medio formato, appositamente creati per la collettiva.

 Nell’aprile 2012 negli spazi della chiesa sconsacrata di fianco alla chiesa San Giovanni degli eremiti di Palermo, ha presentato  “La mia percezione del gesto”, personale di pittura.

 Ancora nell’aprile 2012 e ancora a Palermo per la mostra collettiva “A proposito di donne” curata da Salvo Ferlito, presso il Centro Culturale Biotos, ha esposto due grandi tele raffiguranti due volti di donna.

Nell’ottobre del 2019 presso gli spazi adiacenti alla sala del Teatro Santa Cecilia di Palermo, inaugura con un concerto jazz durante il quale vengono eseguite anche sue composizioni, “Le mani nel jazz” personale di pittura dove il soggetto dei suoi lavori, sono una serie di mani su strumenti musicali (la mostra continuerà ad essere esposte presso la Galleria LupoArt di Palermo.

 Oggi Massimo Moavero, oltre quella di pittore, prosegue la sua attività di arredatore e designer.

 Amando sperimentare con le proprie mani l’utilizzo di svariati materiali quali il ferro, il rame, particolari essenze di legno, il vetro, è solito inserire negli arredi di locali o appartamenti che progetta oggetti di design appositamente creati, prodotti in unico esemplare e solo eccezionalmente, in piccole serie.

“Dipingere è stato per me da sempre momento di estraneazione e riflessione. Non ho mai attribuito profondo significato a quel che rappresento nei miei lavori. I miei dipinti, sono un gesto estetico, sono la trasposizione su tela della percezione personale che ho di chi, raramente di cosa, mi circonda. Semplicemente la manifestazione di un mio stato emotivo.”

 Tanti nudi, non sono necessariamente la semplice rappresentazione delle donne che lo hanno accompagnato nella vita, ma forse la volontà di rappresentare l’importanza che hanno o hanno avuto per lui in quel preciso momento. Sin da bambino, gli si racconta, il nudo era già il soggetto preferito, così capitava che portasse già alle scuole elementari, disegni di donne dall’espressione languida, “contorte” in posizioni tali perché si potessero vedere sia “le tette” che il sedere.

Il tema delle mani, quasi sempre legato alla musica, rappresenta lo strumento che gli permette di fissare l’emozione che gli da l’ascolto di un brano.

 “Per me, cercare di trovare i colori necessari a rendere visibile, palpabile la tensione di un esecuzione, è come sedermi al piano e suonare in modo estemporaneo, assecondando lo stato d’animo ed emotivo in cui mi trovo”.